Nel 2007 la Legge Bersani ha stabilito che è possibile recedere da un contratto con gli operatori delle telecomunicazioni, o trasferire le utenze telefoniche presso altro gestore, senza incorrere in spese che non siano quelle giustificate da costi sostenuti dall'operatore. In tal senso quindi le cosiddette "Penali" sono diventate illegli.
Gli operatori telefonici d'altro canto hanno modificato suddetta voce in "Costi di Recesso Anticipato", motivandone la trasformazione in quanto indicativa di un mancato vantaggio per la loro attività. Pertanto le penali, sebbene sotto diverso nome, continuano a persistere nel tentativo di scoraggiare l'utenza ad effettuare la migrazione verso compagnie telefoniche concorrenti.
Quando si intende effettuare una migrazione verso altro operatore, o dare disdetta delle proprie utenze, bisogna distinguere anzitutto quelli che sono i costi che affronterai nella fattura conclusiva. Se non sono ancora trascorsi 24 mesi dalla stipulazione del contratto, riceverai una fattura di chiusura dove ti verranno addebitati i canoni dei prodotti acquistati e i relativi costi di recesso anticipato.
Per la parte di Rete Mobile i costi di recesso anticipato ammontano ad 83 €+iva per sim. Mentre per la parte di Rete Fissa il calcolo è più articolato, perché può dipendere da molti fattori, tra i quali possono giocare un ruolo fondamentale la tecnologia utilizzata o la durata contrattuale, giusto per citarne alcuni.
Ai costi di recesso vanno inoltre sommate anche le rate residue dei dispositivi elettronici acquistati (cellulari, telefoni fissi, centralini fisici, routers). Solitamente questi costi vengono "estinti" con l'ultima fattura, a meno che l'operatore non preveda per l'utente la possibilità di continuare a pagare tali occorrenze sulla fattura mensile/bimestralmente, nonostante la cessazione delle linee o di ogni altro servizio fornito.
Mentre le rate residue dei dispositivi acquistati sono sempre dovute, esistono però molti casi in cui i costi di recesso anticipato possono essere contestati. Di seguito alcuni casi:
DIRITTO DI RIPENSAMENTO:
Se, come spesso accade, hai deciso di firmare un contratto business, e la firma è avvenuta al termine di una trattativa commerciale presso i tuoi uffici, hai diritto a 14 giorni di tempo per ripensarci e potrai disdire il contratto in forma scritta, preferibilmente con una PEC senza dover pagare alcuna penale.
MODIFICA UNILATERALE DEL CONTRATTO:
Se l'operatore apporta delle variazioni a tariffe o condizioni contrattuali, hai la possibilità di recedere dal contratto e di avvelarti del diritto di recesso, senza che possa esserti addebitato alcun costo. Ricorda che l'operatore deve comunicarti le variazioni almeno 30 giorni prima che queste diventino effettive, in caso contrario si tratterà di un'operazione illegittima e pertanto da reclamare immediatamente.
MANCATO RISPETTO DEGLI STANDARD DI QUALITA':
Se la connessione ad internet della tua azienda è molto lenta o le linee telefoniche presentano dei malfunzionanti mai risolti, puoi migrare ad altro operatore, indicando alla tua compagnia attuale che intendi avvalerti della facoltà di recedere dal contratto. Il mancato rispetto di standard di qualità espressi nella Carta del Cliente ti permette di recedere senza che ti siano addebitate delle penali.
In questi casi la prima cosa da fare è sporgere reclamo al gestore. Premium TLC ti consiglia di inviarlo in forma scritta tramite FAX, PEC o Raccomandata A/R e di conservare le reletive ricevute di ritorno. Perchè solo in questo modo, avrai la documentazione necessaria per richiedere il pagamento dell’indennizzo, in special modo in fase di controversia.
Un operatore telefonico ti ha addebitato i costi di recesso per una linea telefonica fissa o mobile ? Contattaci ! Le penali non sempre sono dovute in presenza di disservizi gravi e persistenti, informazioni commerciali errate e non documentate.
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